Per ripartire l’Italia ha bisogno di formazione e semplificazione, soprattutto in un momento in cui ci sono 10 milioni di persone in cassa integrazione. Ne è convinta la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, intervenuta questo pomeriggio al webinar promosso da Ricostruire “Meno leggi, più contratti di prossimità: per una riforma della contrattazione collettiva nell’industria”. La ripartenza secondo la Presidente non può avvenire se, come in questo momento, il mercato del lavoro è completamente fermo, perché bloccato “da un lato dal dover coprire le politiche passive e dall’altro dal divieto dei licenziamenti previsto dai decreti emanati per l’emergenza Covid-19”. E’ opportuno, invece, investire sul “reskilling”, sulla riqualificazione della competenze. Lo stesso utilizzo dello smart working – ha aggiunto la Presidente - ha dimostrato quanto sia sempre più labile il confine tra lavoro autonomo e lavoro subordinato, “perché di fatto si è chiesto a lavoratori inquadrati contrattualmente come subordinati di organizzarsi autonomamente”. Necessario, dunque, ripensare a nuovi modelli contrattuali, che possano trovare nella contrattazione di prossimità livelli adeguati a rispondere alle esigenze delle imprese e dei territori.
La proposta di potenziare la contrattazione collettiva di prossimità è stata ribadita anche da Maurizio Sacconi, presidente di Amici Marco Biagi, che ha evidenziato la necessità di introdurre un cambiamento che miri a superare il pesante impianto regolatorio centralizzato, prodotto da leggi e CCNL che si riconcorrono. Questo cambio di passo, secondo Sacconi, può avvenire seguendo due direzioni: completando l’art.8 della Legge n. 148/11 per ampliare la contrattazione di prossimità ed estendendo l’attuale tassazione “secca” (aliquota sostitutiva) a tutti gli aumenti retributivi deliberati dai contratti di prossimità (inclusi straordinari e lavoro notturno) fino a diecimila euro riducendone l’aliquota al 5%.
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