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Lunedì, 13 Febbraio 2017 07:13

Tornano le comunicazioni periodiche IVA

Come molti ricorderanno, qualche anno fa i contribuenti soggetti all’IVA, dovevano inviare periodicamente i dati relativi alle operazioni attive (vendite e corrispettivi), ed alle operazioni passive (gli acquisti) all’ Agenzia Entrate.

L’adempimento fu poi abolito, perché ritenuto inutile ai fini della lotta all’evasione. Ora assistiamo alla sua re-introduzione, con alcune modifiche. Innanzitutto le comunicazioni devono essere inviate ogni tre mesi, per tutti i contribuenti, indipendentemente dal fatto se mensili o trimestrali, e, con la stessa periodicità vanno comunicati i dati relativi alle fatture emesse e ricevute (obbligo che sostituisce lo spesometro).

La periodicità delle nuove trasmissioni è fissata alla fine del secondo mese del trimestre di riferimento, quindi per il periodo gennaio-marzo invio a fine maggio, per il periodo aprile-giugno invio a metà settembre (eccezione per il periodo feriale), per il periodo luglio-settembre invio a fine novembre, e, infine, per il periodo ottobre-dicembre, invio a fine febbraio dell’anno successivo. Solo per il 2017 l’invio dei dati relativi ai primi due trimestri è posticipato al 25.07.2017 per le fatture, salvo ulteriori e probabili proroghe. L’avvio scaglionato è stato previsto con il fine evidente di non ingolfare gli studi professionali con nuovi adempimenti, proprio nel bel mezzo di Unico.

I nuovi adempimenti, insieme alla trasmissione telematica dei corrispettivi, ancora facoltativa a parte grande distribuzione e distributori automatici, rischia di aggravare sempre di più il rapporto tra contribuenti e fisco, soprattutto nei casi in cui il contribuente sia a “bassa  informatizzazione”, come, ad esempio, la maggior parte delle microimprese e dei negozi della piccola distribuzione.

I disagi per i contribuenti, dovrebbero, nelle intenzioni del legislatore, essere compensati da un credito d’imposta “una tantum” di € 100,00 per i contribuenti tenuti all’invio delle comunicazioni (ma solo fino ad un volume di affari  di € 50.000,00), cui si aggiungono ulteriori € 50,00 per i contribuenti che scelgono l’invio  telematico dei corrispettivi.

La misura compensativa (il credito d’imposta) sembra però poca cosa a fronte dei disagi patiti, l’unico modo per ridurli è coordinarsi per tempo con il proprio Consulente del Lavoro.