Il coinvolgimento e la partecipazione del Comitato Unitario delle Professioni nelle varie fasi di attuazione del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, possono rappresentare un'importante risorsa di competenze collaborative capaci di conferire valore sociale ed economico agli obiettivi del Piano. Ne è convinto il CUP che, nel corso dell’audizione del 4 febbraio presso la XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati sulla proposta di PNRR, ha sottolineato quali sono le azioni concrete da mettere in campo per realizzare le 6 missioni del PNRR. Per il Comitato è necessario puntare su interventi mirati a favorire digitalizzazione, infrastrutture, apprendistato, politiche attive del lavoro e occupazione femminile. Nel documento presentato in Parlamento ci si sofferma in particolare sulla “Missione 1- Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, per sottolineare che anche i liberi professionisti devono essere inclusi tra i destinatari degli incentivi dedicati a questa linea di intervento e che attraverso lo sviluppo delle nuove tecnologie bisogna favorire "un sistema in grado di dialogare costantemente e in modo univoco, tra Enti, imprese, cittadini e soggetti professionali riconosciuti in forza di delega sussidiaria”. Tutto ciò potrà avvenire solo superando quel gap digitale che ancora divide le regioni italiane. Per quanto concerne la “Missione 3- Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, l’avvio in tempi rapidi di grandi opere infrastrutturali, soprattutto al Sud, supportate dai professionisti con funzioni di sussidiarietà positiva, costituirebbe un volano per l’intera economia. Centrale, allo stesso tempo, la sincronia fra formazione e occupazione per la Missione 4- Istruzione e Ricerca, per cui l’apprendistato professionalizzante potrebbe rappresentare uno strumento efficace se verranno rimossi i limiti derivanti dalla differente regolamentazione a livello regionale e dal ricorso a questo istituto non per le sue potenzialità ma solo in funzione del minor costo. Ma le sorti del lavoro in Italia dipendono strettamente anche dalla realizzazione della “Missione 5- Inclusione e coesione”, che richiede di ripensare la rete dei servizi per il lavoro nell’ottica di un’integrazione più strutturata fra soggetti pubblici e privati, di una maggiore innovazione dei processi e di una revisione degli strumenti che possono favorire le politiche attive del lavoro come l’Assegno di Ricollocazione, a cui il CUP guarda con fiducia dopo il rilancio previsto dalla legge di Bilancio 2021. Senza dimenticare l'attuazione di una riforma degli ammortizzatori sociali nella logica della semplificazione e dell’ammortizzatore sociale unico, come previsto peraltro da un disegno di legge governativo collegato alla manovra. Infine, la valorizzazione del lavoro femminile mediante nuove forme di flessibilità, come lo smart working, e la partecipazione in posti di alto livello, che impedirebbero alle donne di essere escluse dal mercato del lavoro consentendo, di conseguenza, al Paese di recuperare capacità produttiva.
Rassegna web: mondoprofessionisti.it
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