Le modalità attuative dei bonus giovani e donne previsti dal Decreto Coesione (artt. 22 e 23) devono essere definite e pubblicate con celerità. Definire rapidamente le regole applicative “è essenziale per fornire ai datori di lavoro la certezza giuridica necessaria per pianificare le assunzioni e massimizzare l’impatto positivo delle misure”. Lo ha sottolineato il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro in audizione sul Decreto Coesione (D.L. n. 60/2024) ieri pomeriggio presso la Commissione Bilancio del Senato. La Categoria valuta “positivamente” il bonus giovani, misura che “risponde all’esigenza di agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro di una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile e spesso penalizzata dal punto di vista occupazionale”. L’esonero dal versamento del 100% dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro che assume under 35 – va ricordato – sale a 650 euro su base mensile per ciascun lavoratore se la sede o unità produttiva si trova in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. La maggiorazione dell’esonero per le regioni del Sud risponde, inoltre, per i Consulenti del Lavoro “al principio di equità territoriale ed è giustificata dalla necessità di colmare il divario occupazionale tra le diverse aree del Paese”. Altra “importante iniziativa legislativa” è quella prevista all’articolo 23, finalizzata “a incentivare una partecipazione più equa e inclusiva delle donne nel mercato del lavoro”. Il Decreto Coesione rappresenta per il Consiglio nazionale un intervento normativo “di grande importanza”, perché mette al centro anche le professioni ordinistiche, introducendo “per la prima volta una serie di misure volte a riconoscere il valore sociale ed economico del lavoro autonomo che genera lavoro subordinato”. Basti pensare alla promozione dell’autoimpiego Centro-Nord Italia (art. 17), intervento che introduce specifici incentivi per i giovani professionisti. Tra questi, i voucher a partire da 30mila euro per l’avvio di un’attività in forma individuale o collettiva, comprese quelle che prevedono l’iscrizione agli Ordini o Collegi professionali; l’incremento dei voucher a 40mila euro per l’acquisto di beni e servizi innovativi, tecnologici e sostenibili; i contributi a fondo perduto nella misura del 65% su una spesa ammissibile fino a 120mila euro. Con tali incentivi – conclude il CNO – si aggiunge un ulteriore tassello “alla valorizzazione” delle professioni ordinistiche, “categoria fondamentale per lo sviluppo economico e sociale del Paese”.
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