Alla luce delle chiusure imposte per decreto e di quelle determinate dalla mancanza di domanda in questo periodo emergenziale, il crollo del settore turistico a Roma e nei territori della provincia fa sentire i suoi effetti su 150 mila lavoratori. È quanto emerge dal focus della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Covid-19: l’impatto sui servizi turistici di Roma”. Di questi (ex) occupati, 100 mila sono a casa dai primi giorni di marzo, in quanto addetti al settore della ristorazione; 10 mila sono impiegati presso agenzie di viaggio e tour operator e 30 mila sono addetti alle attività di alloggio e alberghiere.
Una crisi, dunque, che colpisce quasi il 10% delle imprese attive sul territorio e che interessa uno dei settori nevralgici dell’economia capitolina e provinciale, che tra il 2016 e il 2019 è cresciuto dell’8,8%, con un aumento del 24,2% del numero degli esercizi. Inoltre, la forte stagionalità del comparto fa sì che circa 136 mila persone vengano assunte ogni anno. Di conseguenza, nei mesi del lockdown (marzo-maggio) sono saltate 38.400 assunzioni (il 28,1% del totale) e altrettante opportunità lavorative verrebbero disperse se la chiusura si prolungasse anche per i mesi estivi (da giugno ad agosto).
Rassegna web: Sole 24 Ore del 24.04.2020
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