Nell’agenda di Governo la riduzione delle tasse a lavoratori e pensionati è in cima alla lista. Due i fronti su cui si sta già intervenendo: da un lato con il taglio del cuneo fiscale, previsto dal d.l. n.3/2020 “Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente” pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale; dall’altro lato con il tavolo tecnico convocato questa mattina al Ministero dell’Economia e Finanze per avviare una riforma fiscale che riduca le aliquote Irpef per autonomi e pensionati a partire dalla prossima legge di bilancio. Ad annunciarlo il Sottosegretario al MEF, Pier Paolo Baretta, nella 5^ puntata di “Punti di Vista”, il programma di approfondimento politico dei Consulenti del Lavoro. “L’obiettivo principale è di poter arrivare alla fine di quest’anno a mettere in legge di bilancio una riforma fiscale che abbia come effetto che i cittadini, non i lavoratori dipendenti che hanno già avuto un risultato, ma i pensionati, le partite IVA, godano dell’abbassamento del peso delle aliquote”, ha dichiarato.
Nel corso della puntata si è affrontato anche il tema della riforma pensionistica. Con i risparmi ottenuti da Quota 100, che come confermato da Baretta non verrà prorogata dopo il 2021, il Governo mira a garantire la massima flessibilità in uscita e al tempo stesso a creare un sistema di welfare che tuteli chi non è autosufficiente. Il tema sarà discusso con il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo già la prossima settimana in Commissione Lavoro al Senato, ha assicurato il Vicepresidente della Commissione, William De Vecchis, sottolineando che la Lega presenterà al Ministro alcune proposte per rivedere il sistema previdenziale, ma anche sulla flat tax e sulla questione delle aliquote “per permettere anche alle aziende di avere sgravi sulla tassazione e quindi di assumere”. Sul tema dell’occupazione è intervenuto anche il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca, definendo positivi gli interventi già introdotti nella manovra finanziaria a favore dei lavoratori dipendenti e di chi non ha lavoro, ma poco apprezzabile lo scarso interesse manifestato per le aziende e i lavoratori autonomi, che se non vengono sostenuti con interventi mirati a far ripartire gli affari e il lavoro non produrranno alcun vantaggio all’economia e all’occupazione. E, di conseguenza, non incrementeranno i contributi per la pensione.
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