Accogliendo il ricorso di una società condannata ad effettuare versamenti con le relative sanzioni per un calcolo sbagliato delle rimanenze, la Corte di Cassazione, con la sentenza n.18405 del 12 luglio 2018, ha stilato un decalogo degli indici di incertezza normativa che consente ai contribuenti di richiedere l’esenzione dal pagamento delle sanzioni fiscali.
Il caso giudizio La Suprema Corte, già in altre pronunce, aveva specificato che per “incertezza normativa oggettiva tributaria” deve intendersi una situazione giuridica oggettiva caratterizzata dall’impossibilità di individuare, anche a seguito di un processo interpretativo metodicamente corretto, la norma giuridica applicabile al caso di specie. Tale accertamento - si legge nella sentenza - è demandato esclusivamente al giudice, che può ricorrere ad una serie di fatti indice individuati dalla Corte in modo non esaustivo.
Si tratta di:
1) difficoltà d'individuazione delle disposizioni normative, dovuta magari al difetto di esplicite previsioni di legge;
2) difficoltà di confezione della formula dichiarativa della norma giuridica;
3) difficoltà di determinazione del significato della formula dichiarativa individuata;
4) mancanza di informazioni amministrative o nella loro contraddittorietà;
5) mancanza di una prassi amministrativa o nell'adozione di prassi amministrative contrastanti;
6) mancanza di precedenti giurisprudenziali;
7) formazione di orientamenti giurisprudenziali contrastanti, magari accompagnati dalla sollecitazione, da parte dei giudici comuni, di un intervento chiarificatore della Corte costituzionale;
8) contrasto tra prassi amministrativa e orientamento giurisprudenziale;
9) contrasto tra opinioni dottrinali;
10) adozione di norme di interpretazione autentica o meramente esplicative di norma implicita preesistente.
Notizie correlate: Infortunio sul lavoro, datore responsabile anche per negligenza o imperizia del lavoratore - Precompilata: ultimo invio il 23 luglio - Contenzioso tributario, la P.A. vince nel 46,4% dei casi