Pensionati, lavoratori dipendenti e disoccupati sono i principali utilizzatori dei voucher. Il mondo delle imprese, invece, è coinvolto solo per un terzo dell'intero volume di ore lavorate dai voucheristi. È quanto emerge da un’indagine condotta dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro sui dati Inps che impone una riflessione politica urgente per evitare che tutti questi soggetti alimentino lavoro sommerso reso visibile proprio grazie all'utilizzo dei voucher.
Inoltre, i tre maggiori utilizzatori dei buoni lavoro oggi non possono che essere occupati “occasionalmente” solo tramite uno strumento normativo con le caratteristiche simili al voucher. Questo perché il loro status principale risulta incompatibile o non conveniente rispetto ad un rapporto di lavoro dipendente di tipo tradizionale. Allo stato attuale, neanche il lavoro intermittente “modificato” sarebbe utile, poiché destinato all'utilizzo da parte di aziende, cioè da parte soggetti che non hanno utilizzato i voucher in maniera prevalente come inizialmente sostenuto dai principali detrattori.
Nell'approfondimento della Fondazione Studi viene analizzato il quadro normativo attuale, che non vede valide alternative al lavoro occasionale, e gli effetti dell'abrogazione dei voucher su imprese e famiglie.
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Rassegna stampa: Panorama del 13.04 - La Provincia di Como 18.04.2017
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