Sempre più innovativi e sempre più digitali: sono queste le caratteristiche emergenti dei professionisti italiani secondo la ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, presentata il 18 aprile 2018 in occasione del convegno “Professionisti, un futuro in costruzione! Analogici si nasce, digitali si diventa”. L’indagine che ha coinvolto i Consulenti del Lavoro e altri Ordini professionali ha messo in luce l’aumento delle tecnologie digitali degli studi che sono arrivati a 1 miliardo e 172 milioni nel 2017, con una crescita del 2,6% rispetto all'anno precedente. E i Consulenti del Lavoro dedicano un budget di 8.700 euro annui in investimenti in Ict.
Anche se il 50% degli intervistati ha dichiarato di essersi adeguato alla normativa in materia, buona parte degli studi ritiene che il digital sia un impulso essenziale all'innovazione dei servizi. Lo dimostra il fatto che, anche se le tecnologie più diffuse, firma digitale (97%) fatturazione elettronica (42%), sono trainate dagli obblighi normativi, l'80% degli studi ha un archivio almeno in parte digitale, il 46% su cloud. Inoltre, il 60% degli studi coinvolti nell'indagine ha dichiarato di ritenere la propria dotazione hitech inadeguata per il futuro, dimostrandosi pronto ad ulteriori investimenti.
Il fermento digitale nel mondo delle professioni - si legge nel comunicato stampa dell'Osservatorio - è testimoniato anche dall’ingresso di nuove imprese innovative nel settore: sono 405 le startup individuate a livello internazionale che offrono soluzioni in questo settore, di cui 18 italiane. Il 10% opera in aree di attività dei Consulenti del Lavoro.
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