"L'intento di demandare agli Ordini sempre più attività e funzioni svolte dallo Stato vuole dire riconoscere le competenze di ogni comparto e ribadire l'affidabilità del circuito ordinistico, composto da professionisti che si fanno garanti della fede pubblica e degli interessi della collettività". Così la Presidente del Comitato unitario delle professioni, Marina Calderone, intervenendo sul Corriere della Sera per dare un giudizio sulle novità introdotte dal Jobs Act autonomi.
Il testo di legge, approvato in definitiva qualche settimana fa, attende l'emanazione, da parte del Governo, di decreti attuativi che assegnino attività e funzioni della Pubblica Amministrazione ai professionisti ordinistici con l'obiettivo di semplificare la macchina burocratica e favorire un maggiore sviluppo dell'economia italiana. "La scelta di valorizzare la sussidiarietà degli Ordini - ricorda la Presidente - è motivata dal fatto che i professionisti che ne fanno parte sono lavoratori autonomi tenuti al rispetto della fede pubblica con l'obbligo di uno specifico percorso da compiere per immettersi sul mercato: titolo di studio, praticantato, esame di Stato, deontologia e formazione continua". La riforma, quindi, rappresenta per il Comitato "un punto di partenza importante" per tutelare i professionisti ed i loro redditi e "pone le basi per un successivo intervento legislativo a favore dell'equo compenso, indispensabile per realizzare un modello di sviluppo economico per gli Ordini professionali", sottolinea la Calderone.
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Il Consulente del Lavoro Nov/Dic 2015 PAGINA 16
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