Dopo l'abrogazione dei contratti a progetto, restano in vigore le collaborazioni coordinate e continuative note anche come co.co.co.. Si tratta di forme di lavoro parasubordinato che si pongono al centro tra il lavoro autonomo e il lavoro subordinato e che vedono il collaboratore organizzarsi "in maniera autonoma, coordinandosi con il committente", spiega Paola Mancini, esperta della Fondazione Studi, nella puntata del 9 aprile di "Il Posto Giusto".
Questa autonomia, però, si verifica anche per i tempi ed i luoghi di lavoro, mentre il compenso si determina al raggiungimento dell'obiettivo a prescindere dal tempo impiegato per raggiungerlo.
L'esperta interviene anche sugli aspetti legati alla contribuzione sottolineando che per questi soggetti è fissata per i due terzi a carico del datore di lavoro e per un terzo a carico del lavoratore. Al termine della collaborazione è possibile richiedere la disoccupazione se sussitono dei requisiti contributivi e lavorativi minimi.
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