Il regime di reverse charge potrebbe essere esteso anche agli appalti nei settori che fanno largo uso di manodopera, così a versare l'Iva potrebbe essere il committente e non l'appaltatore. Questa una delle misure contenute nel "decreto fiscale" collegato al disegno di legge di bilancio 2020, approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre 2019. Obiettivo del Governo colpire le false cooperative che utilizzano manodopera a basso costo e non pagano tasse e contributi, creando terreno fertile per fenomeni di caporalato e criminalità organizzata. "Le nuove norme sicuramente vanno nella direzione giusta”, ha commentato su Ilfattoquotidiano.it Francesco Duraccio, Segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine. “In questo modo il Fisco avrebbe la certezza di incassare ciò che gli è dovuto”, ha sottolineato. “Mentre le imprese che esternalizzano la manodopera staranno più attente a rivolgersi solo a cooperative oneste, dato che dovranno pagare l’Iva di tasca propria”. Una soluzione giudicata positivamente, quindi, “ma bisogna stare attenti a non fare di tutta l’erba un fascio", ha precisato Duraccio, per non colpire anche i bravi imprenditori e non "scoraggiare chi davvero ricorre agli appalti di servizio con un fine nobile”.
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