Una riduzione strutturale del costo del lavoro, una formazione adeguata alle esigenze delle imprese e un sistema efficace di servizi per l’impiego, che favorisca l’incontro tra domanda e offerta, possono invertire il trend negativo del mercato giovanile e far ripartire le assunzioni? Se lo sono chiesti gli ospiti della tavola rotonda “Ritornare ad assumere” durante la passata edizione del Festival del Lavoro a Milano: Francesco Duraccio, Segretario del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro; Guglielmo Loy, Presidente Civ INPS; Maurizio Sacconi, Presidente dell’Associazione Amici di Marco Biagi; moderati da Mariella Zezza, Caporedattore di RaiNews24.
Nel corso del dibattito si è parlato di alcune misure messe in campo per creare occupazione. Tra queste il reddito di cittadinanza. "È presto per dire se va bene o male. Sicuramente uno strumento di sostegno al reddito c'era; è stato giusto rafforzarlo, l'importante è verificare quanto incoraggia l'iniziativa delle persone per cercare lavoro, o attività formativa che lo renda occupabile", ha spiegato Maurizio Sacconi. A proposito di costi invece "se le imprese aumentano il loro costo, con il salario minimo orario, il proprio prodotto è meno competitivo. Poi quasi nessun lavoratore italiano ha un minimo salariale, è stabilito dai contratti, che coniugano la competitività delle imprese e i diritti dei lavoratori. In alcuni casi il minimo salariale è più alto, in altri è più basso. Si deve intervenire con una leva fiscale, in modo tale da sostenere i redditi più bassi", ha affermato Loy. La crescita dipende da un combinato disposto di riforme e dall’intervento sulle “patologie croniche” del nostro mercato del lavoro: per il Segretario del CNO, Francesco Duraccio bisogna fare i conti con la tecnologia e con le esigenze delle imprese e andare in direzioni tali da adeguare l’offerta alla mutata domanda.
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