L'emergenza Coronavirus mette a dura prova la già fragile economia della Sicilia, che rischia di perdere il 7% del Pil regionale con i settori turismo, edilizia, commercio e cultura fermi per le misure restrittive imposte dal Governo e con il manifatturiero ridotto ai minimi termini. Uno scenario drammatico, che farebbe perdere alla Sicilia 5,2 miliardi di euro e migliaia di posti di lavoro. Sono già 216 mila, infatti, le domande di cassa integrazione, ordinaria e in deroga inviate ad oggi all'Inps. La tensione è alta, soprattutto dopo le "false" aspettative create dagli annunci dell'Esecutivo sugli aiuti previsti per i lavoratori dipendenti, gli autonomi e le partite Iva per affrontare i disagi economici provocati dalla pandemia. A sottolinearlo il Presidente del Consiglio provinciale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro di Palermo Antonino Alessi sulle pagine locali di Repubblica: «In diversi casi in provincia di Palermo nostri colleghi hanno dovuto richiedere l'intervento delle forze dell'ordine per sedare animati assedi alle loro abitazioni, con le famiglie coinvolte in momenti di paura». Ad aggravare la situazione la gestione regionale della Cig in deroga, la cui procedura è molto in ritardo rispetto alle altre Regioni oltre che complicata: «La procedura adottata in Sicilia - spiega Alessi - rispecchia quella ordinaria, con il quadruplo canale della consultazione sindacale, della doppia istanza ai centri per l'impiego e all'Inps e del decreto di spesa da parte del dipartimento regionale lavoro».
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