Il Consiglio nazionale dell'Ordine è stato audito oggi pomeriggio presso la 6^ Commissione permanente del Senato (Finanze e Tesoro) in merito alla conversione in legge del d.l. 5 febbraio 2020, n.3, recante misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente (A.S. 1698). Il decreto, come noto, interesserà dal 1° luglio circa 16 milioni di lavoratori tra dipendenti del settore privato e pubblico con redditi annui fino a 40mila euro. La categoria ha presentato in audizione un documento contenente alcune osservazioni e proposte sul provvedimento, che presenta alcune criticità di base a partire dall’articolo 1, comma 1, che definisce l'importo erogato come "somma a titolo di trattamento integrativo" che non concorre a formare reddito, ma che nel successivo comma 4 viene invece definito “credito erogato”. Inoltre, all’articolo 2 sulle ulteriori detrazioni fiscali per reddito di lavoro dipendente e assimilati, viene introdotta un'ulteriore detrazione fiscale per i redditi superiori a 28 mila euro. Tenuto conto altresì dell’abrogazione del comma 1-bis dell’art. 13 “Altre detrazioni” D.p.r. n. 917/1986 (TUIR), - si legge nel documento - è di tutta evidenza la dicotomia terminologica che dà adito all’incertezza interpretativa della corretta qualificazione giuridica della somma erogata al fine della riduzione della pressione fiscale. Da qui la proposta del Consiglio nazionale di uniformare la natura giuridica della somma, definendola possibilmente credito d'imposta. A questo si aggiunge la richiesta di non prediligere l'automatismo della prestazione, ma di lasciare al lavoratore la possibilità di rinunciare al credito o di riceverlo in sede di conguaglio di fine anno o di dichiarazione dei redditi, per evitare restituzioni di somme importanti e conseguenti problemi di liquidità.
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Rassegna web: Italia Oggi del 25.02.2020
Rassegna web: agenparl.eu - borsaitaliana.it - radioradicale.it - lavorofisco.it - italiaoggi.it - senato.it
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