Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva le modifiche alla direttiva 96/71/Ce, come integrata dalla direttiva 2014/67/Ue, per rafforzare il contrasto all'abuso dell'istituto del distacco transnazionale dei lavoratori. Gli Stati membri hanno tempo due anni per adeguare le norme interne alle nuove regole.
La nuova disciplina prevede regole più stringenti, a partire dalla riduzione da 24 a 12 mesi, prorogabili a 18, del periodo nel quale il lavoratore distaccato in ambito comunitario mantiene il regime previdenziale del Paese di provenienza. Viene inoltre rafforzato il principio di parità di trattamento retributivo fra lavoratori "interni" e lavoratori distaccati, prevedendo l'obbligo per gli Stati membri di pubblicare in un sito web ufficiale nazionale tutti gli elementi costitutivi dello stipendio determinati da disposizioni legislative, regolamentari o amministrative, da contratti collettivi o da arbitrati. Gli Stati membri dovranno provvedere affinché le imprese distaccatarie garantiscano ai lavoratori distaccati le stesse condizioni riconosciute ai dipendenti interni sulla base delle vigenti disposizioni legislative, regolamentari, amministrative e collettive. In particolare, dovranno essere applicate loro le norme nazionali su periodi massimi di lavoro e minimi di riposo, durata minima dei congedi annuali retribuiti, sicurezza e salute sul lavoro, condizioni di occupazione di gestanti o puerpere, bambini e giovani. Inoltre, parità di condizioni di alloggio dei lavoratori e alle indennità o rimborso a copertura delle spese di viaggio, vitto e alloggio.
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