Con gli sgravi contributivi triennali totali introdotti a gennaio 2015 dalla Legge di stabilità 2014 sono stati assunte ben 66 mila persone e stabilizzati 14 mila rapporti di lavoro precari. Secondo i calcoli della Fondazione Studi, però, il 52,3% di questi contratti sono già cessati per dimissioni o licenziamenti ed i 30 mila rimasti ancora piedi costeranno di più dal 2018 dato che l'esonero aveva durata triennale. Il costo potrebbe, infatti, raggiungere gli 8.060 euro annui.
A gennaio 2016, invece, con l'introduzione dello sgravio biennale 2015-2016 ridotto al 40% sono state assunte 24 mila persone e stabilizzati 5 mila rapporti di lavoro. Ma lo sconto sui contributi cesserà anche per questi contratti comportando un aumento del costo del lavoro a carico dei datori che potrebbe arrivare fino a 3.250 euro annui. "Il rischio - spiega a Il Fatto Quotidiano Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro - è che la permanenza di un addetto nella sua azienda non dipenda da quanto è bravo, ma da quanto costa al suo datore. Se un' impresa, in questo periodo, non ha aumentato il fatturato, potrebbe decidere di tagliare personale". Per capire come si comporteranno le aziende al termine degli sgravi bisognerà attendere il rapporto dell'Inps sui licenziamenti.
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