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Mercoledì, 15 Novembre 2017 08:30

Equo compenso, Sacconi: "Governo sostenga iniziativa senza ipocrisia”

“Le amministrazioni pubbliche, dopo aver a lungo sperperato, adesso sembrano condizionate sempre dal perseguimento del costo minimo, anche in danno di altri principi, come quello di un'equa remunerazione di una prestazione lavorativa, che discende dall’articolo 36 della Costituzione”. Questo il commento ai microfoni della web tv dei Consulenti del Lavoro da Maurizio Sacconi, Presidente della Commissione Lavoro del Senato, sulle attività lavorative a titolo gratuito richieste sempre più spesso dagli enti pubblici ai professionisti e legittimate dalla sentenza n.4614/2017 del Consiglio di Stato. Ma per il Senatore, nonché autore di una proposta di legge sull'equo compenso alle professioni regolamentate attualmente in discussione in Senato, le ragioni per introdurre nell’ordinamento italiano una norma sull’equo compenso non sono legate solo ai professionisti. "Bisogna pensare anche ai consumatori - commenta - "utenti dei servizi professionali, i quali avranno una prestazione vile in cambio di una remunerazione vile".

Per Sacconi è indubbio, quindi, che quando la remunerazione non corrisponde alla prestazione svolta, quest'ultima perde qualità e significato ed è per questo motivo che il Governo deve trovare la volontà di introdurre entro fine legislatura - o nel peggiore dei casi agli inizi della prossima - un provvedimento che tuteli i compensi di tutti i liberi professionisti e non solo di una sola categoria come si era inteso fare con l'introduzione nella legge di bilancio 2018 del disegno di legge Orlando sull'equo compenso per gli avvocati.

Il punto cruciale della proposta di legge di Sacconi è costituito dai parametri relativi alle prestazioni professionali, definiti per il giudice chiamato a risolvere un contenzioso affinché si possa determinare un’equa remunerazione delle prestazioni. Parametri che "devono assumere maggiore forza", secondo il Senatore, per far sì che le clausole contrattuali che prevedono remunerazioni al di sotto di questi parametri si presumano nulle su iniziativa del professionista. Per i professionisti non ordinistici, invece, il ddl introduce degli "usi" che possono essere rilevati dalle Camere di commercio e che il Mise può tradurre in parametri utili a raggiungere la stessa finalità di quelli utilizzati per le professioni ordinistiche. Al termine dell'intervista il Presidente Sacconi sottolinea inoltre che, in occasione della manifestazione organizzata da Cup e Rtp il 30 novembre a Roma, chiederà alle forze di Governo di sollecitare la crescita qualitativa delle attività del Paese, incluse quelle dei liberi professionisti, sostenendo questa iniziativa senza ipocrisia.

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