Le informazioni sul mercato del lavoro risultano decisive per orientare le scelte di cittadini e imprese. Per questo motivo è disponibile un sistema di navigazione che presenta la domanda di professioni alle dipendenze di datori di lavoro del settore privato.
Parlare della domanda di professioni, in realtà, non è un compito facile. In primo luogo la classificazione delle professioni (Istat CP2011) viene aggiornata ogni 10 anni e al momento elenca, al massimo dettaglio, 800 unità professionali. Questa classificazione è lo standard adottato da tutte le fonti del mercato del lavoro che registrano informazioni sulle professioni. La fonte più utile per analizzare la domanda di lavoro in Italia è costituita dalle comunicazioni obbligatorie nazionali che i Consulenti del Lavoro contribuisco ad alimentare quotidianamente. In questa fonte sono disponibili in modo censuario tutte le assunzioni (oltre a cessazioni, proroghe e trasformazioni) che le imprese hanno effettuato a partire da marzo 2008. Il datore di lavoro, o il suo delegato, nel compilare la comunicazione obbligatoria, si trova a dover indicare la professione al massimo livello di dettaglio.
Tuttavia, “il conteggio delle assunzioni per professione” comporta una distorsione molto forte delle statistiche sulla domanda professionale dovuta alla frequenza delle assunzioni piuttosto che al fabbisogno strutturale dell’economia. Infatti, le sole attivazioni nulla dicono sulla durata del contratto.
L’osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro propone una nuova modalità per valutare la domanda di professioni in Italia introducendo un indicatore denominato unità di lavoro attivate che “pesa” le assunzioni per i giorni contrattualizzati. L’indicatore realizzato viene corretto per il part time e ha una cesura a 365 giorni. Si calcolano così i giorni contrattualizzati che, divisi per 365 giorni, generano le unità di lavoro a tempo pieno attivate delle aziende (ULAT).
Per ogni professione si può conoscere la quota di donne, giovani, stranieri, laureati e delle unità di lavoro assunte con contratti permanenti nel 2016. I dati possono essere filtrati per regione, sede di lavoro e livello di qualificazione (altamente, mediamente o non qualificate). In questo modo l’utente ha a disposizione uno strumento prezioso per conoscere meglio il mercato del lavoro di riferimento. Il sistema verrà aggiornato e arricchito di anno in anno.
Rassegna stampa: Avvenire del 16.05.2019
L’impatto della tecnologia digitale sul lavoro non avrà effetti devastanti sull’occupazione.
|