L’impatto della tecnologia digitale sul lavoro non avrà effetti devastanti sull’occupazione. Semmai comporterà la necessità per tutti i lavoratori di adeguare, e anche velocemente, le proprie competenze. Se è vero infatti che molti lavori si avviano a scomparire per effetto dell’automazione dei processi produttivi è altrettanto vero che ne sono nati di nuovi. L’Osservatorio statistico dei Consulenti del lavoro ha realizzato una indagine comparata delle unità di lavoro attivate e cessate negli ultimi cinque anni e dei risultati delle maggiori ricerche su questo tema e che traducono le informazioni sui cambiamenti del lavoro in termini di competenze e di figure professionali in calo ed in aumento.
Nel periodo 2012-2016 il saldo delle prime 10 professioni altamente qualificate (c.d. “vincenti”) assunte dalle imprese è di +141,6 mila dipendenti. A confronto le ultime 10 professioni altamente qualificate che, nello stesso periodo, sono entrate in crisi (c.d. “perdenti”),hanno bruciato 180 mila posti di lavoro. La ricerca si basa su un nuovo indicatore della domanda di lavoro che a partire dalle attivazioni calcola “le unità di lavoro attivate” (Ulat) e le confronta con le “unità di lavoro cessate” (Ulac). L’indicatore tiene conto dei giorni contrattualizzati di ogni rapporto di lavoro.
Una parte dei contenuti del rapporto (le 10 professioni vincenti e perdenti) è messa a disposizione degli utenti che possono selezionare la regione e il livello di qualificazione (professioni altamente, mediamente e non qualificate) per conoscere l’andamento negli ultimi 5 anni della domanda di professionalità espressa dai datori di lavoro privati a livello territoriale.
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CONSULTA DI SEGUITO I DATI PER REGIONE E PER LIVELLO DI QUALIFICA