Dopo le perplessità sollevate dal Sindaco di Ascoli Piceno, Guido Castelli, in merito al report realizzato dall'Osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro sulle retribuzioni medie dei lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato occupati nelle province italiane, che vede la provincia marchigiana all'ultimo posto della classifica 2016 con uno stipendio pari a 925 euro al mese, l'Osservatorio chiarisce con una replica quali criteri sono stati adottati per determinare questo risultato.
Con una nota pubblicata sui quotidiani locali Corriere Adriatico e Il Resto del Carlino l'Osservatorio precisa che la provincia di Ascoli Piceno si caratterizza per un totale di 58mila dipendenti, di cui ben 27mila (46,7%) sono donne. I maschi fanno registrare, invece, una quota pari al 53,3%. Il gap (6,6%) è più basso di oltre 3 punti rispetto alla media nazionale 9,8%. Ad incidere sulle retribuzioni, però, è anche la diffusione del part time, che nella provincia di Ascoli Piceno raggiunge una quota pari al 22,1% rispetto al 20,0% della media italiana. Inoltre, il 49,7% dei lavoratori dipendenti nella provincia marchigiana dichiara di essere un operaio, mentre la quota di italiani con questo inquadramento professionale è inferiore di 3 punti percentuali (46,7%). Ma a far crollare gli stipendi in provincia è soprattutto l'aumento di ore di cassa integrazione straordinaria, con un valore raddoppiato fra il 2015 e il 2016 (+101,1%) ed in contraddizione con quello nazionale, dove la CIGS ha fatto registrare una riduzione del 2,5%. La combinazione di tutti questi fattori fa sì che la provincia di Ascoli Piceno sia fanalino di coda nella classifica delle retribuzioni medie italiane negli anni 2015-2016.