I contributi denunciati nelle dichiarazioni dei redditi in favore di associazioni no profit portano benefici fiscali, non sempre così facili da gestire. Lo fa notare Marcello De Carolis, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, su Affari & Finanza: "Nel tempo - spiega - si è reso sempre più complicato per i professionisti e i contribuenti riuscire ad orientarsi nella giungla di disposizioni e capire cosa è detraibile e cosa è deducibile effettivamente". Per il modello Unico 2017 (redditi 2016), prosegue, "l' Agenzia delle Entrate ha addirittura diffuso una circolare che è lunga ben 324 pagine".
Per le donazioni in favore delle popolazioni colpite da calamità naturali o da altri eventi straordinari "la detrazione prevista è del 26%, calcolata su un limite massimo di 30mila euro, con un risparmio che può arrivare fino a 7.800 euro", precisa il Presidente della Fondazione Studi, Rosario De Luca. Per le donazioni alle associazioni sportive o di promozione sociale o agli istituti scolastici pubblici e paritari si potrà detrarre il 19% di quanto erogato fino a un massimo di 1.500 euro.
La deducibilità, però, non può superare il 10 % del reddito complessivo con un limite di 70mila euro. La deduzione fiscale non può essere cumulabile con le detrazioni del 19% o del 26% per le associazioni di promozione sociale e le Onlus. Queste donazioni sono deducibili nel limite del 2 % del reddito complessivo dichiarato. Ad entrambe le agevolazioni fiscali si può accedere solo se si tratta di "erogazioni liberali": questo il nome che il fisco ha voluto dare a questi gesti di beneficenza verso Onlus o associazioni riconosciute che, sottolinea De Luca "devono essere iscritte all'anagrafe tenuta dalle Direzioni Regionali dell'Agenzia delle Entrate o esserlo di diritto".