Tanti i compiti svolti dalle Commissioni di certificazione costituite presso i Consigli provinciali dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e, tra questi, la certificazione dei contratti di appalto e/o subappalto nell’ambito degli ambienti sospetti di inquinamento o confinanti. Ad approfondire l'argomento, in un video per la web tv di Categoria è l’esperto di Fondazione Studi, Massimo Braghin, evidenziando come la normativa di riferimento è quella dettata dal D.P.R. n. 177/2011 ed, in particolare dall’art.2 comma 2, che specifica come per questa tipologia di lavorazione sia prevista la presenza del 30% della manovalanza assunta con contratto a tempo indeterminato oppure, previa certificazione specifica, come lavoratori autonomi.
La certificazione – sottolinea Braghin - è obbligatoria e preventiva. Dunque, le lavorazioni in questi ambienti inquinanti e/o confinanti non possono iniziare senza l’atto di certificazione. L’attestazione rilasciata dalle Commissioni non prevede la sola valutazione dell’aspetto amministrativo, ma prende in considerazione molti aspetti della regolarità del rapporto di lavoro dipendente e autonomo come il rispetto delle norme in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, il corretto utilizzo di dispositivi di protezione, la certificazione durc e molto altro ancora.
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