Anche l'Ocse certifica la ripresa italiana, con un target di crescita dell' 1% nel 2017 e 2018, una stabilizzazione del debito pubblico e l'aumento dell'occupazione. Ma ammette che è una ripresa non sufficiente perché la disoccupazione giovanile rimane al 40% contro il 13% registrato nella media dei Paesi più sviluppati e la produttività del lavoro continua a scendere dal 2004. Così l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico lancia quattro sfide per il Bel Paese: produttività che in Italia rimane bassa e comunque in diminuzione, risanamento bancario, mercato delle competenze per favorire l’incrocio tra domande e offerta di lavoro e lotta alla povertà.
Nella sintesi del segretario generale Ocse, Angel Gurria, Jobs Act e Buona scuola incassano la promozione e il segretario sottolinea che i «3,2 milioni di nuovi contratti a tempo indeterminato creati dal 2015, che hanno aumentato di due punti l'occupazione totale». Ma per attaccare la disoccupazione giovanile resta ancora tutta da percorrere la strada della formazione professionale di livello universitario, che in Italia riguarda solo uno studente su 100 contro il 18% della media Ocse. «Un rapporto giustamente critico dove deve esserlo e incoraggiante dov’è utile che sia», riassume il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sulle pagine di oggi del Il Sole 24 Ore.
Per saperne di più
Notizie correlate: Pensioni, OCSE: in Italia peso contributivo al top - Ocse, occupazione nel bel paese destinata ad aumentare - Cuneo fiscale, Italia quarta nella classifica Ocse