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Martedì, 10 Gennaio 2017 08:16

Anche il licenziamento dei dirigenti va motivato

Il licenziamento di un dirigente può considerarsi legittimo solo se fondato su una "decisione coerente e sorretta da motivi apprezzabili sul piano del diritto" che escludano senza equivoci l'arbitrarietà del licenziamento medesimo (Cassazione 27 agosto 2003, n. 12562). Secondo le ultime pronunce giurisprudenziali, il recesso ingiustificato dal rapporto dirigenziale può evincersi non solo da motivazioni insussistenti, ma anche da un'incompleta o non veritiera comunicazione dei motivi connessi al licenziamento oppure ogni volta che il datore di lavoro violi il principio fondamentale di buona fede che presiede all’esecuzione dei contratti ex articolo 1375 del Codice civile.

Di conseguenza, prima di procedere con il recesso, il datore deve muoversi con dovuta prudenza verificando preventivamente le effettive ragioni alla base della soppressione del rapporto di lavoro dirigenziale ed accertandosi sulla possibilità di fornire una coerente prova delle stesse ragioni in sede giudiziale. La Cassazione con la sentenza n. 12823 del 21 giugno 2016 ha affermato che il licenziamento del dirigente è legittimo laddove le ragioni sottese al licenziamento siano effettivamente sussistenti e la soppressione della posizione lavorativa venga operata concretamente.

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