Congedi paritari e retribuiti al 100%, politiche che consentano a padri e madri di spendere lo stesso tempo nel lavoro e nella vita privata. Ma anche interventi di sostegno alle imprese e servizi integrati per i genitori. Strumenti, dunque, per evitare che tutto il peso della cura della famiglia ricada principalmente sulle donne e per arginare i fenomeni, purtroppo in crescita, della denatalità e delle dimissioni delle lavoratrici. Questa la ricetta proposta da Tommaso Nannicini, professore di Economia politica all’Istituto Universitario Europeo, nel corso di un’intervista rilasciata alla Web Tv di Categoria. I tempi della conciliazione vita-lavoro e della genitorialità sono stati alcuni dei temi affrontati nel corso di un dibattito che ha visto partecipare anche il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca e il Presidente Enpacl, Sergio Giorgini. “Nella letteratura economica si usa il termine child penalty per indicare il costo che si ha quando arriva un figlio in termini di salari più bassi e minore occupazione”, ha spiegato il professor Nannicini, autore, insieme ad Alessandra Minello, del libro “Genitori alla pari – Tempo, lavoro, libertà”, edito da Feltrinelli. Una penalizzazione rilevante per le donne “anche dopo 10 anni dall’arrivo di un figlio”. Ed è per questo motivo che si rende necessario un cambio del paradigma culturale basato ancora “sull’equazione donna uguale cura”. In sintonia con il pensiero del professore, il presidente De Luca, convinto che “la crescita della cultura delle pari opportunità, prima in famiglia, accoppiata a un sistema incentivato dalle regole, oltre che dalla vocazione imprenditoriale, è il giusto mix che può dare civiltà”. Un esempio viene dall’Ente di previdenza e assistenza dei Consulenti del Lavoro che di recente “ha ottenuto la certificazione di genere e che punta molto su iniziative a sostegno delle iscritte e della genitorialità”, ha sottolineato il presidente Giorgini. Il welfare va concepito, infatti, “non come un costo, ma come un investimento il cui ritorno non è solo economico, ma sociale”.
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