L’uso degli strumenti di composizione negoziata della crisi “non rappresenta solo un’opportunità per i singoli debitori, ma anche una leva di sviluppo per l’intero sistema economico e sociale”. Il loro utilizzo, infatti, “consente di liberare risorse ed energie oggi paralizzate dal peso dei debiti, restituendo fiducia e speranza nel futuro”. Ne è convinto Stefano Mustica, Professore di economia ed esperto di gestione della crisi d’impresa, che in un contributo pubblicato sul n. 3/2024 della rivista di Categoria illustra le opportunità per i Consulenti del Lavoro legate alla crisi d'impresa. Ciò alla luce dei dibattiti emersi nell’Aula Innovazione & Futuro al Festival del Lavoro. Per i soggetti sovraindebitati, gli Organismi di Composizione della Crisi rappresentano una “via d’uscita” da seguire “attraverso procedure di composizione assistita delle obbligazioni”, ha affermato Mustica. Ma gli strumenti di composizione della crisi previsti dalla legge n. 3/2012 (c.d. legge salva suicidi) sono utilizzati solo da “una minima parte dei potenziali beneficiari”. Secondo il professore, le ragioni del mancato ricorso (o quasi) agli strumenti di composizione della crisi possono ricondursi a “criticità di ordine informativo, operativo e culturale”. Dalla scarsa conoscenza delle disposizioni previste dalla già citata legge salva suicidi, “ancora poco nota presso il grande pubblico, a causa della sua complessità tecnica e della mancanza di adeguate campagne divulgative”, alla carenza di competenze specifiche per cui “molti ruoli consulenziali faticano a indirizzare correttamente il debitore verso le soluzioni previste dalla legge”, ha ribadito. Da qui le azioni del Consiglio Nazionale dell’Ordine e della Fondazione Studi, in collaborazione con l’Associazione Nazionale “I Diritti del Debitore” per “costituire gli OCC presso tutti i Consigli Provinciali interessati e preparare la Categoria verso quelle professionalità in grado di capire i possibili segnali di inizio della crisi”.
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