L’Intelligenza Artificiale può essere utilizzata nella pubblica amministrazione a patto che l’algoritmo sia trasparente e ci sia chiarezza sui criteri informativi dei database. Ne è convinto Francesco Paolo Sisto, Viceministro alla Giustizia, nel corso del suo recente intervento al Festival del Lavoro 2024 (dal minuto 21'52''). Parlando del campo in cui opera, ha ricordato che il Consiglio dei Ministri ha approvato, recentemente, un disegno di legge sull’impiego dell’IA che stabilisce, all’articolo 14, che le nuove tecnologie debbano servire “solo per l’organizzazione e la logistica” perché “l’unico interprete della legge deve rimanere il giudice”. Guai a demandare alla macchina quelle abilità e capacità che sono esclusive dell’uomo. Nel caso dei processi, ha precisato Sisto, una testimonianza “è capace di capovolgere il tavolo dei rapporti fra accusa e difesa e garantisce una difesa, forse imperfetta perché umana, ma effettiva dal punto di vista delle risultanze processuali”. Ecco perché, secondo il Viceministro alla Giustizia, l’IA deve essere “al servizio dell’uomo”, così come è importante “recuperare, nei processi, il principio dell’oralità, la presenza fisica dell’avvocato, del Pm”. Stessa regola che vale anche per i processi civili che prevedono la partecipazione dei Consulenti del Lavoro anche alla negoziazione assistita con la Riforma Cartabia. Il monito, per Consulenti del Lavoro e non, è quello di “garantirsi una partecipazione personale per evitare di essere soppiantati da scritti che l’IA può redigere in poco più di tre minuti, quando ci vogliono ore di lavoro per poter essere redatti”. E sulla sicurezza sul lavoro, per il Viceministro è importante puntare su un utilizzo dell’IA di carattere preventivo, oltre ad una valorizzazione dei modelli 231 e ad una defiscalizzazione totale dei costi sulla sicurezza.
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