Nel 2024 "le ispezioni passeranno da circa 70.000 del 2023 a circa 102.000" con una distribuzione interregionale che vedrà "circa 35.000 ispezioni alla Direzione interregionale Nord, 30.000 ispezioni alla Direzione interregionale Centro, 37.000 ispezioni alla Direzione interregionale Sud". Ad annunciare un aumento "significativo" dell'attività ispettiva è Paolo Pennesi, Capo dell’INL nel corso del videomessaggio al 36° Forum Lavoro/Fiscale, sottolineando la necessità di rafforzare l'attività di contrasto alle principali violazioni alla normativa lavoristica. Tra i settori che saranno particolarmente monitorati dall’Ispettorato "l'agricoltura e l’industria agroalimentare, il settore manifatturiero, con particolare attenzione alle realtà che producono abbigliamento e pelletteria, il settore della logistica e aeroportuale”. Ma anche pubblici esercizi e commercio, dove saranno riattivati controlli nelle fasce orarie notturne, e l’edilizia. L'attività di contrasto al sommerso - ha precisato Pennesi - riguarderà tutti quei i fenomeni di destrutturazione del mercato del lavoro riconducibili a appalti e distacchi illeciti, alla somministrazione illecita e alle reti d'impresa. Senza dimenticare la vigilanza sul lavoro grigio, le omissioni contributive e dei premi assicurativi e il mancato rispetto dei contratti collettivi. Il Capo dell'INL ha, poi, precisato che ad oggi il numero degli ispettori del lavoro con professionalità tecniche ha raggiunto le 1.000 unità e questo consentirà un potenziamento delle verifiche in materia di salute e sicurezza in tutte le imprese, con una forma di organizzazione su base regionale, per creare gruppi specializzati di ispettori tecnici per ogni settore.
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