///**/
Mercoledì, 13 Settembre 2023 16:54

Dati personali: il lavoratore può accedere alla relazione investigativa

Al dipendente è consentito l’accesso ai propri dati personali per l’esercizio del diritto di difesa, compresi quelli contenuti nella relazione di un’agenzia investigativa incaricata dall’azienda di raccogliere informazioni sul suo conto. Dal canto suo, l’azienda ha l’obbligo di fornire al lavoratore l’accesso agli stessi dati in forma completa e aggiornata, indicando anche la loro origine qualora non li abbia raccolti direttamente dal lavoratore. È quanto si legge nel provvedimento n. 9927300 del 6 luglio scorso del Garante della Privacy, che ha accertato l’illiceità del trattamento dei dati effettuato da parte di un'azienda di servizi di pubblica utilità sanzionandola con una multa di 10 mila euro. Come riportato in una nota sul proprio sito, l’Autorità ha preso in esame il reclamo di un dipendente le cui richieste di accesso ai propri dati personali, avanzate dopo il ricevimento di una contestazione disciplinare cui era seguito il licenziamento, erano state respinte dall’azienda poiché "troppo generiche". Inoltre, solo a distanza di quasi un anno dalla prima richiesta e in occasione della costituzione dell’azienda nel giudizio di impugnazione del licenziamento – si legge – il lavoratore era venuto a conoscenza dell’esistenza e del contenuto di una relazione investigativa dalla quale l’azienda aveva tratto riferimenti specifici per la contestazione disciplinare. Nel provvedimento, dunque, il Garante ha stabilito che la stessa azienda aveva l’obbligo di fornire al lavoratore tutti i dati raccolti con la relazione investigativa, anche quelli che non erano stati trasferiti nella contestazione disciplinare come fotografie, rilevazioni Gps, descrizioni di luoghi, persone e situazioni, conformemente agli artt. 12 e 15 del Regolamento.

 

Notizie correlate: GDPR: online la nuova guida per imprese e soggetti pubblici - Parità di genere e dati personali: online il questionario per le PMI - L'Italia attua la direttiva UE sul “Whistleblowing”