Raccordare la disciplina nazionale a quella di indicazione europea. È il nuovo obiettivo da centrare in materia di tutela dei lavoratori affetti da Covid-19. Dopo il riconoscimento del contagio come infortunio sul lavoro da parte dell'Inail, anche il Comitato consultivo UE per la sicurezza e salute sul lavoro ha riconosciuto il Covid-19 come malattia professionale nei settori a maggior rischio di esposizione al virus: dall'assistenza sanitaria e domiciliare ai servizi sociali. Ma la qualificazione del Covid-19 come infortunio sul lavoro, sottolineaGiovanni Marcantonio, Segretario del Consiglio nazionale dell'Ordine dei Consulenti del Lavoro, nell'intervista a Radioinblu lo scorso 20 maggio, ha costituito una garanzia solo per i lavoratori subordinati, mentre gli autonomi hanno dovuto far riferimento alle assicurazioni professionali al fine di ottenere il riconoscimento della tutela. “Una problematica rilevante" da non sottovalutare che si aggiunge alla necessità, del nostro Paese, di disciplinare con quale modalità tutelare ora la malattia professionale da Covid-19.
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