Più soldi in busta paga e meno tasse per i lavoratori. Questo l'obiettivo che potrebbe essere raggiunto con la legge di Bilancio 2022, ma le ipotesi in campo sono ancora numerose. Tra le proposte avanzate l’abbattimento del costo di lavoro tramite la riduzione dal 38% al 36% dell’aliquota Irpef per il ceto medio, il taglio dell’Irap, la riduzione del cuneo fiscale sulle aziende che assumono o un mix dei tre interventi. “Ne dovrebbero avere vantaggio economico sia le fasce reddituali comprese tra i 28 mila e i 55 mila euro all’anno, che quelle superiori in quanto tutte coinvolte in uno scaglione in cui pesa l’aliquota Irpef del 38 per cento”, commenta il Consigliere nazionale dell’Ordine dei Consulenti Lavoro, Massimo Braghin, sul Corriere.it, dove vengono fornite alcune stime sull'impatto in busta paga con il taglio dell'Irpef ipotizzato nella prossima finanziaria. La proposta di riforma, infatti, potrebbe portare benefici solo ai redditi superiori ai 28.000 euro. Nell'articolo si prendono in considerazone tre fasce di reddito e tre situazioni familiari diverse, che però determinano sempre lo stesso risultato. Non ci sarebbero, quindi, vantaggi particolarmente appetibili per i lavoratori.
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