Si è molto parlato negli ultimi giorni del ritorno al lavoro in presenza per i dipendenti pubblici che, come stabilito dal decreto proroghe, non sono più obbligati a restare in smart working per il 50%. Ma cosa succede per il settore privato? A spiegarlo è Simone Cagliano, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ad una lettrice del settimanale "F", ricordando che è ancora in vigore il "regime semplificato". Questa modalità, pensata per favorire l'utilizzo dello smart working, sarà valida sino al 30 settembre, e già si parla di una proroga fino a dicembre. Scaduti questi termini si dovrà tornare alla normalità, ovvero saranno necessari degli accordi scritti tra l'azienda e il lavoratore in cui vengono stabilite le modalità: orari, giorni in remoto e in presenza. L'esperto ricorda poi che non esiste un diritto allo smart working e nemmeno qualche obbligo di concessione nei confronti dei genitori illustrando le "corsie preferenziali" per coloro che hanno figli piccoli e per i lavoratori disabili o con familiari con una invalidità.
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