La polemica, nata attorno al presunto obbligo per i lavoratori di farsi somministrare il vaccino, trova ogni giorno nuovi argomenti. In questi ultimi giorni, infatti, l'Inail è stato chiamato ad esprimersi sulla risarcibilità del lavoratore affetto da Covid sul luogo di lavoro. L'interrogativo resta da mesi lo stesso: il rifiuto di vaccinarsi è considerato argomento sufficiente per giustificare il licenziamento? E per adottare altri provvedimenti? A rispondere a queste domanda, in un articolo del 24 febbraio su Corriere.it, è il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca che ribadisce che "si va avanti per interpretazioni e in modo non univoco" e come, in assenza di norme chiare che introducano un tale obbligo, “non è giustificabile alcun provvedimento perché sfocerebbe molto probabilmente in un contenzioso tra azienda e lavoratore”.
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