Nuovamente ospite di una puntata di Mi manda Raitre, l’esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Pasquale Staropoli, torna a parlare di "furbetti" della cassa integrazione commentando alcuni casi di aziende che mettono in cassa integrazione e poi costringono i dipendenti a lavorare con la minaccia di toglier loro il lavoro in caso di rifiuto. Una situazione che si ritorce nei confronti dei tanti datori di lavoro onesti - che nella maggior parte dei casi hanno anticipato la cassa integrazione ai propri dipendenti - ma anche dei lavoratori interessati che a fine mese percepiscono una integrazione economica svantaggiosa rispetto al proprio stipendio. Se da un lato la cassa integrazione doveva essere pari all'80% dello stipendio - spiega Staropoli -, esempi concreti alla mano, e a causa di diversi calcoli e variabili, in molti casi arriva a equivalere anche solo al 40% del mensile.
Necessario per l'esperto denunciare questi casi di "frode" presso l'Ispettorato territoriale del lavoro per evitare il reiterarsi di tali illeciti, ma anche per frenare il ricorso indiscriminato all’integrazione salariale che si è avuto inizialmente, quando non erano previsti minimamente costi per l’imprenditore che vi faceva ricorso.
Nel corso della puntata, inoltre, illustrati i parametri per ottenere la proroga della Cassa integrazione, previsti dal decreto cosiddetto “Agosto”, molto più stringenti rispetto alle regole di accesso della prima fase emergenziale. Vale a dire - continua l'esperto - che ora lo strumento di integrazione salariale potrebbe avere un costo per le imprese, se queste non dimostrano di aver avuto un calo di fatturato superiore al 20% nei primi sei mesi dell’anno confrontati allo stesso periodo del 2019.
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