La possibilità che con l’avvio della fase 2 i datori di lavoro possano essere coinvolti in un giudizio penale per reati di lesioni o omicidio colposo, in caso di decesso del lavoratore, pur avendo adottato tutte le misure di sicurezza previste dai protocolli di sicurezza, rappresenta “un problema non da poco, che rischia di bloccare la riapertura di molte piccole e micro imprese”. A farlo presente la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, sottolineando la necessità di un confronto con le parti sociali per arrivare ad una norma. Il rischio, nato a seguito dell’equiparazione tra infortunio sul lavoro e contagio da Covid-19, introdotta dall’art. 42 del D.L. n. 18/2020 e confermata anche dall’Inail, potrebbe portare milioni di imprese a non poter sostenere le spese derivanti dalle eventuali sanzioni correlate all’inosservanza delle misure anti-contagio. Ecco perché la Categoria propone di introdurre una norma che escluda la responsabilità del datore di lavoro, qualora lo stesso abbia dotato i propri dipendenti di protezioni individuali, mantenuto i luoghi di lavoro sanificati, vigilato sulle distanze interpersonali e assicurato il contingentamento, così come previsto dalla normativa nazionale.
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