Sono 1,6 milioni i lavoratori lombardi che hanno sospeso l’attività lavorativa a seguito delle chiusure previste dai DPCM 11 e 22 marzo 2020. Il 28,8% risiede a Milano (464 mila lavoratori), il 15,2% a Brescia (244 mila lavoratori) e il 12,4% a Bergamo (199 mila lavoratori). Complessivamente, su 100 occupati, sono il 37,5% quelli che “restano a casa per decreto”, una percentuale che ovviamente non tiene conto di tutte le attività non rientranti nella lista Ateco, ma che hanno chiuso per scelta propria. E' quanto emerge dall'analisi elaborata dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro che si è poi concentrata sui settori interessati dai DPCM. Ben il 42,6% degli occupati lavora nel manifatturiero (687 mila occupati). A fermarsi in larga parte sono poi le attività commerciali che lasciano a casa 267 mila lombardi (il 16,6% di quanti sono interessati dal decreto). Così come i servizi che registrano una battuta d’arresto importante: sono 506 mila i lavoratori interessati dal decreto che lavorano nei diversi settori (31,4% del totale), in primis attività di ristorazione (12,1% per 194 mila addetti), e a seguire servizi alla persona, come parrucchieri, centri estetici (4,6%), attività di ricerca e selezione del personale (2,3%), attività immobiliari (2,3%).
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Rassegna stampa: Avvenire Milano del 29.03.2020 - Cittadino di Lodi del 31.03.2020 - Giornale di Monza del 31.03.2020
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