Pubblicato il terzo rapporto "Il mercato del lavoro 2019. Una lettura integrata" , frutto dell’accordo quadro tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Istat, Inps, Inail e Anpal. Il report affronta più tematiche e intreccia gli aspetti congiunturali e ciclici con l’evoluzione del quadro strutturale, segnato dal rallentamento della crescita economica e dalle accresciute tensioni geopolitiche. Dal rapporto emergono aspetti positivi e criticità che la ripresa economica degli ultimi anni ha solo in parte attenuato. Nel terzo e quarto trimestre 2019, l’occupazione in Italia è al massimo storico di 23,4 milioni di unità, ma nei dati preliminari di dicembre e gennaio si registra un calo del numero di occupati e del tasso di occupazione. Permane però la tendenza a una crescita occupazionale a bassa intensità lavorativa: il numero di occupati supera il livello del 2008 ma la quantità di lavoro utilizzato è ancora sensibilmente inferiore.
Dopo aver illustrato la crescita del lavoro part time, che nel 2018 ha raggiunto in Italia i 4,3 milioni, si analizzano i casi di cessazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Tali licenziamenti - si spiega - sono passati da 647 mila nel 2014 a 579 mila nel 2018, mentre la quota di lavoratori licenziati in presenza dei requisiti richiesti per accedere alla NASpI oscilla attorno al 60% per gli anni 2016-2018. Focus poi sui tirocini extracurriculari, strumento di prima esperienza o reingresso nel mondo del lavoro, e sul lavoro autonomo. Infine, i dati sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nell’ultimo quinquennio. Gli infortuni sul lavoro accaduti e denunciati all’Inail nel corso del 2018 sono stati 562.952, oltre 1.500 al giorno, in lieve flessione rispetto al 2017 (-0,5%, circa 3 mila in meno). Dal 2008 la diminuzione delle denunce è stata del 35,5% con oltre 300 mila casi in meno.
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