Sui nuovi paletti alla flat tax al 15% serve subito chiarezza: è la richiesta avanzata dai Consulenti del Lavoro con l’entrata in vigore della Legge di Bilancio 2020. La Manovra ha infatti mantenuto il regime agevolato per chi fattura fino a 65mila euro all’anno, ma introducendo nuovi limiti, fra cui quelli riguardanti i redditi da lavoro dipendente e assimilati e le spese per collaboratori. Lo Statuto del Contribuente fissa però in 60 giorni il periodo che deve passare tra un cambiamento nei meccanismi di adempimento fiscale e la loro applicazione. Dunque, poiché la Legge di Bilancio è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale solo il 30 dicembre scorso, le modifiche sulle partite Iva dovrebbero slittare. La tesi sarebbe sostenuta da precedenti orientamenti dell’Agenzia delle Entrate ma manca ancora un’indicazione chiara in merito.
“Purtroppo abbiamo numerosi esempi di provvedimenti entrati in vigore in barba allo Statuto del contribuente” spiega Massimo Braghin, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, in un articolo pubblicato su Repubblica.it lo scorso 11 gennaio. "Uno degli ultimi casi riguarda il collegato fiscale e le nuove norme sulla compensazione in F24, che hanno abolito la possibilità di utilizzare l'home banking in favore dei canali Entratel o Fisconline. Una modifica significativa per le aziende, che è entrata subito in vigore ed è stata confermata dalle Entrate”. Ma sui limiti alla flat tax “ci aspettiamo che l'Agenzia delle Entrate dia una indicazione chiara” aggiunge, tenuto conto del fatto che, come evidenziato anche dall’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro, “senz’altro, i nuovi paletti tagliano fuori dal regime agevolato una quota di contribuenti - soprattutto pensionati o percettori di altri redditi - che avevano aderito soltanto l’anno scorso. I continui cambi di regime fiscale non danno stabilità, certezze e possibilità di programmazione”.
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