Inattive o occupate con contratto di lavoro part-time, il più delle volte di tipo "involontario": questa la fotografia scattata dall'Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro nell'indagine "Donne al lavoro: o inattive o part-time" che, in occasione della Giornata internazionale della Donna dell’8 marzo, ha analizzato cause e riflessi del part-time involontario per le donne e gli effetti su retribuzioni e future pensioni. Dal rapporto emerge che sono 433 mila le donne con figli in condizioni di inattività (280 mila) e occupate part-time (153 mila) che nel 2017 avrebbero potuto cambiare la propria posizione rispetto al mercato del lavoro se fossero stati adeguati i servizi per l’infanzia e per la gestione di persone non autosufficienti. I servizi citati sono non solo inadeguati, ma anche molto costosi rispetto alla media delle retribuzioni percepite.
Oltre il 50% delle assunzioni di lavoratrici donne in Italia – sottolinea ancora l’Osservatorio - è di tipo part-time: un dato che nel 2017 ha raggiunto il massimo storico (54,6%) rispetto al 2009 (47,1%). E le conseguenze si vedono già dalla prima busta paga: il 35,7% delle lavoratrici ha ricevuto uno stipendio mensile inferiore a 780 euro. Le differenze salariali sono particolarmente evidenti al Sud e nel Centro Italia. Per la maggior parte dei casi, inoltre, le donne sono “vittime” di part-time involontario (1,8 milioni) per l’impossibilità di conciliare i tempi della maternità e della vita familiare con il lavoro. Condizioni discontinue di lavoro e a tempo parziale non consentono, infine, di alimentare in modo continuo le posizioni previdenziali utili all’accesso alla pensione di vecchiaia. “Rafforzare i servizi di assistenza per la cura dei figli o delle persone non autosufficienti è quanto mai essenziale”, dichiara il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca. “Potenziare tali prestazioni - continua - consentirebbe a tantissime donne di conciliare i tempi di lavoro con la cura della famiglia e di partecipare a pieno nel mondo del lavoro, in tutti i settori produttivi”.
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