Nel disegno di legge di bilancio non c’è traccia della norma che punta a rafforzare l’equo compenso per i professionisti ed ampliarne l’obbligo di riconoscimento a tutti i committenti. Tutti gli emendamenti, presentati da Deputati di diversi gruppi parlamentari, orientati ad inserire nell’articolato la misura prospettata dal Governo, sono stati dichiarati inammissibili per estraneità di materia. Una decisione contraddittoria secondo il Comitato Unitario della Professioni e la Rete delle Professioni Tecniche per almeno due motivi: in primo luogo perché la materia non è estranea alla natura del disegno di legge di Bilancio, poiché parte integrante del Documento di Economia e Finanza presentato dal Governo anche in sede comunitaria; in secondo luogo perché la norma sull’equo compenso ha trovato la sua definizione proprio nella legge di Bilancio 2018. Manifestando tutta la loro preoccupazione nel vedere non mantenuta una promessa fatta agli oltre due milioni di iscritti agli ordini, CUP e RPT si aspettano che le forze politiche prestino fede agli impegni assunti con le categorie professionali e si appellano ai relatori di maggioranza perché sottoscrivano un emendamento alla manovra che recuperi gli intenti manifestati dal Governo nel DEF e diano corpo ad un principio di civiltà.
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