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Martedì, 31 Luglio 2018 16:01

Whistleblowing, nessuna tutela per le segnalazioni illecite

La tutela del whistleblowing, introdotta dalla L. 179/2017 per chi segnala reati o irregolarità di cui si è venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato, non è prevista per chi acquisisce informazioni autorizzando attività investigative improprie in violazione dei limiti posti dalla legge stessa. Il principio viene sancito dalla Corte di Cassazione, che con la sentenza 35792, depositata il 26 luglio 2018, si occupa della normativa introdotta dal Legislatore per prevenire e contrastare la corruzione favorendo le tutele per i lavoratori che segnalino illeciti nell'ambiente lavorativo.

Nel caso di specie un dipendente pubblico si era introdotto nel sistema informatico del suo datore di lavoro utilizzando account e password di un'altra dipendente per elaborare un falso documento di fine rapporto a nome di una persona che non aveva mai lavorato per quell'azienda. L’imputato, nei motivi di ricorso in Cassazione, evidenziava come la sua condotta fosse finalizzata ad una denuncia e all’adempimento di un dovere e, per questo, tutelabile dal whistlebowing. Per i giudici della Suprema Corte, però, la tutela riguarda chi segnala notizie di un’attività illecita, acquisite nell’ambiente e in occasione del lavoro, senza presupporre l’esistenza di un obbligo in tal senso né un’autorizzazione a compiere atti illeciti a tal fine.

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