Secondo i dati forniti dall'Ispettorato nazionale del lavoro, nel 2016 25.000 neo mamme sono state costrette a lasciare il lavoro per difficoltà di assistere il bambino a causa di costi elevati e della mancanza di asili nido o per difficoltà di conciliare lavoro e famiglia. Una situazione che potrebbe essere affrontata, non solo con misure come il "Bonus baby sitter" o lo smart working che permette di lavorare da casa, ma anche con l'introduzione di misure di welfare aziendale che aiutano la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. A fare il punto su Radio Marconi sugli strumenti che possono favorire sia il lavoratore diventato genitore sia il datore di lavoro che deve rinunciare - almeno per un periodo - ad un suo dipendente è Massimo Braghin, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.
L'esperto ha ricordato che anche il congedo parentale per il padre lavoratore dipendente, fruibile anche durante il periodo di astensione obbligatoria della madre, è uno strumento che può aiutare i genitori lavoratori nella gestione familiare. "L'importante è far conoscere questa possibilità" - ha sottolineato - attraverso un'adeguata campagna informativa "da parte delle imprese e dei mass media".
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