Nel Paese delle Partita Iva tutti crescono tranne gli autonomi. Rispetto al 2019, quando erano 5 milioni 223mila, questi hanno registrato una perdita di circa 214mila occupati (-4,1%). Solo nell’ultimo anno si è assistito a un leggero recupero, con un aumento di 50mila unità (+1%) che ha riportato il loro numero di pochissimo sopra la soglia dei 5 milioni. Il trend è stato descritto in un articolo del Corriere della Sera pubblicato lo scorso 28 giugno, che ha anticipato una delle numerose tendenze rilevate dall’ultima indagine della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro dal titolo “Italiani e lavoro nell’anno della ripartenza”, diffusa lo stesso giorno. Tra le cause del mancato recupero degli autonomi, la pandemia, che ha messo la parola fine a tante attività imprenditoriali e professionali; ma anche la disaffezione verso il lavoro in proprio che da dieci anni dilaga tra gli italiani, soprattutto tra i giovani. L’approfondimento, inoltre, indaga l’andamento degli occupati indipendenti per profilo professionale tra il 1° trimestre 2019 e il 1° trimestre 2023 sulla base degli ultimissimi dati Istat. “La libera imprenditoria è uno dei fiori all’occhiello dell’Italia. Eppure, tanti ostacoli legano ancora le mani a chi desidera mettersi in proprio. La strada intrapresa dal Governo è quella giusta, ma bisogna batterla con incisività per dare impulso al comparto degli autonomi da cui nascono i rapporti di lavoro dipendente”, ha commentato Rosario De Luca, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro.
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