Giusto censire gli immobili abusivi, ma la riforma del catasto rischia di trasformarsi in “un’ecatombe per le famiglie italiane”. È questo in sintesi il giudizio sull'aggiornamento catastale di Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, pubblicato il 13 maggio 2022 sul quotidiano "Verità e Affari". Se da un lato è doverosa la riforma per portare alla luce “abusi edilizi e fabbricati fantasma” e ricondurre a reddito “tutte le costruzioni che a vario titolo sfuggono alla tassazione”, dall’altro - sottolinea De Luca - l’aumento della rendita “avrebbe effetti sull’Imu, la tassa di registro, quella di successione, oltre che sull’Isee”, incidendo pesantemente sui bilanci delle famiglie di italiani, proprietarie di immobili, “già gravati da due anni di ammortizzatori sociali, se lavoratori dipendenti, o di mancati introiti, se lavoratori autonomi”. E che adesso dovranno fare i conti con "bollette dell’energia triplicate”. In questo contesto, secondo il Presidente della Fondazione Studi, “nessuno auspica interventi che vadano a incidere in modo ulteriormente negativo sulle famiglie”. L’aumento della rendita catastale dei fabbricati “fa lievitare, infatti, non solo il costo dei tributi da pagare, ma anche il valore dell’Isee che contiene anche gli immobili, richiesto non solo per stabilire i livelli di accesso e di costo di servizi, ma anche per avere e stabilire gli importi dell’assegno unico universale”. Allora ben venga una riforma del catasto che scovi gli evasori, sottolinea De Luca, ma “è impensabile che vada a toccare il valore dei fabbricati regolarmente accastati dopo perizie e sopralluoghi”. Il legislatore - conclude - “non potrà prevedere nuove regole che cambino la classificazione delle abitazioni, facendo assomigliare l’intervento a una tassa patrimoniale” perché la casa è un patrimonio da tutelare.
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