L'operaio 19enne morto per un'esplosione in una fabbrica di Gubbio (Umbria) lo scorso 8 maggio aveva un lavoro intermittente (o a chiamata). Tale tipologia di lavoro, disciplinata dal D.Lgs. n.81/2015, spiega la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro a Rai News 24, prevede che il lavoratore sia a disposizione - tramite contratto a tempo determinato o indeterminato - di un datore di lavoro che ne può utilizzare la prestazione in modo discontinuo secondo le esigenze individuate dai contratti collettivi. Nel 2020 sono state effettuate 396 mila assunzioni con contratto intermittente, 261 mila in meno del 2019, quando erano state 657 mila le assunzioni con tale modalità (-39,7%). Ad eccezione dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, tale tipologia contrattuale è ammessa per ciascun lavoratore con il medesimo datore di lavoro per un periodo complessivamente non superiore a 400 giornate di effettivo lavoro in 3 anni solari. In caso di superamento, il rapporto si trasforma a tempo pieno e indeterminato.
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