Giovedì, 28 Settembre 2017 17:44

Industria 4.0: Consulenti del Lavoro, ecco professioni "vincenti, analisti software in pole

L'impatto della tecnologia digitale sul lavoro non avrà effetti devastanti sull'occupazione. Semmai, comporterà la necessità per tutti i lavoratori di adeguare, e anche velocemente, le proprie competenze. Se è vero infatti che molti lavori si avviano a scomparire per effetto dell'automazione dei processi produttivi, è altrettanto vero che ne sono nati di nuovi.

Al Festival del Lavoro, inaugurato oggi al Lingotto Fiere di Torino, l'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro ha realizzato una indagine comparata dei dati del volume di lavoro attivato negli ultimi cinque anni e dei risultati delle maggiori ricerche su questo tema, che traducono le informazioni sui cambiamenti del lavoro in termini di competenze e di figure professionali in calo e in aumento.

Si scopre così che nel periodo 2012-2016 il saldo delle prime 10 professioni altamente qualificate (cosiddette 'vincenti') più richieste dalle imprese è di +141,6 mila dipendenti. A confronto le prime 10 professioni altamente qualificate e che, nello stesso periodo, sono entrate in crisi (cosiddette 'perdenti') hanno bruciato 180 mila posti di lavoro. A livello nazionale, l'indagine dell'Osservatorio stila la classifica nazionale delle prime 10 professioni 'vincenti' e 'perdenti'.

Andando a vedere quali sono i profili altamente qualificati più richiesti dalle imprese in questi anni, troviamo al primo posto gli analisti e progettisti di software (+22,9 mila); a seguire: i disegnatori industriali (+20,4 mila), le professioni sanitarie riabilitative (+18,9 mila), i tecnici programmatori (+14,1 mila), i tecnici esperti in applicazioni (+13,8 mila), i maestri d'asilo (+12,5 mila), i tecnici del reinserimento e dell'integrazione sociale (+11,8 mila), gli specialisti nell'educazione dei soggetti diversamente abili (+9,6 mila), i tecnici del marketing (+9,4 mila) e gli specialisti nei rapporti con il mercato (+8,1 mila).

La ricerca dell'Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro si basa su un nuovo metodo di indagine - diviso per altamente, mediamente e non qualificate - che analizza le 'unità di lavoro attivate' (Ulat) e le confronta con le 'unità di lavoro cessate' (Ulac) attraverso un sistema di navigazione telematica (su www.consulentidellavoro.it) in grado di mettere in evidenza quali profili sono più ricercati in una  determinata regione e quali quelli più in crisi.

Si scopre così, per esempio, che alcune regioni del Sud (Sicilia, Puglia e Sardegna) si caratterizzano per una vocazione nelle professioni sanitarie riabilitative mentre in Toscana crescono i tecnici del marketing (+1,6 mila) e scendono i bancari (-2,7 mila).

Restando nel segmento dell'alta qualificazione - che maggiormente interessa il campo di indagine dell'ottava edizione del Festival del Lavoro - la Lombardia si distingue per la crescita degli analisti e progettisti di software (+10,2 mila) e per la crisi dei segretari amministrativi (-8,2 mila).

Restando nello stesso segmento delle alte qualifiche, le professioni più in crisi come dipendenti delle imprese private sono i segretari amministrativi, archivisti e tecnici degli affari generali (-42,4 mila). 

Seguono i contabili (-30,9 mila), i tecnici statistici (-25,4 mila), i tecnici del lavoro bancario (-16 mila), i tecnici gestori di reti e sistemi telematici (-15,2 mila), gli istruttori di tecniche in campo artistico (-13,8 mila), i tecnici per la trasmissione radio-televisiva e per le telecomunicazioni (-10,9 mila), i ricercatori e tecnici laureati nelle scienze della vita e della salute (-9,8 mila), gli istruttori in discipline sportive (-8,8 mila) e infine i tecnici del trasferimento e del trattamento delle informazioni (-6,9 mila).

(Pal/Adnkronos)

Rassegna web: key4biz.it