Mercoledì, 27 Settembre 2017 13:50

La via italiana al sistema duale

A cura di Luigi Bobba, Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Con il Jobs Act e la Buona Scuola il Governo ha dato vita alla via italiana all’apprendimento duale. Si sono adottati diversi strumenti che comprendono l’alternanza scuola-lavoro, l’apprendistato di primo livello e l’impresa formativa simulata per raggiungere un unico obiettivo: creare un ponte tra impresa e formazione, tra conoscenze e competenze.

È una svolta di grande significato perché va ad aggredire alcuni ritardi storici del nostro sistema di istruzione e formazione; in particolare, accrescendo l’attenzione verso le competenze professionali si andrà a ridurre considerevolmente quel lungo periodo di transizione tra fine degli studi e l’inizio dell’attività lavorativa che rappresenta uno dei fattori più critici della condizione dei giovani italiani. È inoltre la risposta a quei giovani che oggi faticano ad inserirsi nel mondo del lavoro a causa di una insufficiente preparazione professionale.

Come in tutte le riforme che impattano sui comportamenti di milioni di persone, anche per questa risulta decisiva la fase di avvio sul campo; le novità introdotte debbono raggiungere rapidamente adeguati standard di qualità per poter essere apprezzate dai giovani studenti, dalle loro famiglie, dal mercato del lavoro e dalla fittissima rete di imprese che caratterizza il nostro sistema economico.

I tutor formativi e quelli aziendali sono le figure chiave di questi nuovi strumenti; ad essi va rivolta la massima attenzione sia con adeguate proposte formative sia con i necessari di servizi di accompagnamento. Infatti, i tutor non sono solo le figure chiave nella individuazione delle aziende che dovranno ospitare i giovani studenti, ma dovranno fortemente qualificare il loro intervento per realizzare il più efficace matching, tenendo conto delle attitudini e competenze dello studente e delle caratteristiche dell’impresa. Sarà proprio l’efficacia di questa azione, che altro non è se non un vero e proprio servizio di placement, che potrà garantire un esito positivo per il giovane nell’acquisizione di nuove competenze e nell’inserimento lavorativo.

Il Governo infatti non si è limitato a varare nuove norme, ma ha voluto accompagnare l’apprendimento duale con adeguati incentivi alle imprese che vorranno assumere con contratto a tempo indeterminato gli stessi giovani che hanno ospitato in alternanza o in apprendistato di primo livello. Anche qui, il successo delle misure in vigore per il triennio 2017/2019 non dipenderà esclusivamente dal valore dell’incentivo economico previsto, ma dal cambio di cultura necessario affinché l’azienda si percepisca come impresa formativa.

C’è quindi ancora un grande lavoro da fare. Il Governo metterà a disposizione risorse adeguate per mandare a regime ordinamentale la sperimentazione dell’apprendimento duale attuata nell’ultimo biennio nella IeFP. Le Regioni dovranno superare le ancora consistenti differenziazioni che caratterizzano lo sviluppo dei piani formativi per far procedere il nuovo sistema in modo tendenzialmente uniforme su tutto il territorio nazionale. Le scuole e le agenzie formative dovranno cimentarsi con la sfida della qualità. Le imprese dovranno capire che ospitare giovani dentro ai propri stabilimenti non è una semplice scelta di responsabilità sociale, ma potrà consentire di migliorare i processi di selezione del personale e favorire lo sviluppo dell’innovazione sia attraverso la digitalizzazione dei processi produttivi che con l’utilizzo dell’e-commerce nella promozione e vendita dei propri beni e servizi.