Martedì, 19 Settembre 2017 10:12

Idee per un lavoro in movimento

A cura di Fabio Faretra- Direttore Generale dell’ENPACL, Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza dei Consulenti del Lavoro

La moderna società occidentale è stata definita società del rischio inteso nelle sue varie forme: da quello generato dai processi di industrializzazione 4.0 a quello ambientale, dal rischio demografico (minori nascite e maggiore immigrazione) a quello della iniqua distribuzione della ricchezza.

L’assunzione di tali rischi comporta la relativa gestione e, nel caso dei modelli sociali europei, si risolve (soprattutto) nell’adozione di sistemi di prevenzione e di protezione collettivi. In tal senso, il welfare state italiano si caratterizza in una articolata serie di strumenti a disposizione del cittadino: da quelli legati all’assistenza sanitaria, generale pubblica e integrativa privata, alla previdenza sociale, obbligatoria e volontaria. Tale conformazione poggia, soprattutto, sulla contribuzione derivante dal lavoro. Inevitabilmente, l’elevato tasso di disoccupazione, accentuato dalla crisi economica in corso, tende a spostare la copertura dei rischi sociali dalla contribuzione alla fiscalità generale, generando un corto circuito al termine del quale vi è la riduzione delle protezioni sociali a parità di rischio.

Questo è un ulteriore argomento a favore di una politica di “piena” (rectius “maggiore”) occupazione, da perseguire attraverso misure straordinarie di politica economica, basate – ad esempio - su un patto tra produttori: grande industria, piccola e media impresa, lavoratori della conoscenza, impiego pubblico e privato. La competitività globale spinge a individuare nuove ragioni di scambio tra impresa e lavoro. Nessun paese sviluppato ha saputo individuare al riguardo una soluzione taumaturgica. La tradizione economica italiana e l’importante ruolo sino ad oggi svolto dai cd “corpi intermedi”, compresi quelli della rappresentanza collettiva, rendono auspicabile l’adozione anche in Italia di modelli di partecipazione sull'esempio tedesco. Il permanere della crisi economica accentua i rischi sociali e in ballo non vi è soltanto la “ripresa” o l’aumento del PIL, ma la stessa tenuta del sistema democratico, che in Italia si è sviluppato (anche) attorno ad un concetto di “benessere” generato dalla protezione sociale universale.

L’ENPACL, che da oltre 45 anni fornisce tutela previdenziale e assistenziale ai Consulenti del Lavoro, rappresenta il lodevole esempio di come lo Stato possa assolvere ai dettami costituzionali di protezione sociale in favore dei cittadini. L’Ente, predisposto in origine per la tutela dei rischi da invalidità e vecchiaia, ha saputo via via integrare il proprio sistema di protezione con un catalogo di prestazioni, anche di natura assistenziale, tagliati su misura per la collettività assicurata.

L’esperienza dell’Ente, nonché quella del settore della previdenza dei liberi professionisti, negli oltre 20 anni di privatizzazione, ha insegnato quanto sia importante per la copertura dei rischi sociali, per loro natura dinamici nel tempo, un approccio fondato sulla prossimità dell’istituzione alla platea dei soggetti assicurati. Quanto più lo Stato accentra le proprie funzioni, in particolare quelle di carattere previdenziale e assistenziale, tanto più si allontana dai reali bisogni dei cittadini.