Giovedì, 27 Aprile 2017 11:57

Campania: Consulenti del Lavoro, boom occupati nel 2016

Napoli, 27 apr. (Adnkronos/Labitalia) - Boom di occupati in Campania nel 2016. E' quanto emerge dal rapporto 'Le dinamiche del mercato del lavoro in Campania', realizzato dall'osservatorio statistico dei Consulenti del Lavoro, e diffuso oggi a Napoli in occasione della prima giornata del congresso nazionale di categoria. Secondo il rapporto, infatti, nella regione si sono raggiunti 1,6 milioni di occupati, dato più alto fatto registrare dal 2009 ad oggi. 

I livelli pre-crisi sono a portata di mano, in quanto mancano all'appello 42 mila occupati per raggiungere i livelli del 2008 e altrettanti per eguagliare il livello del 2007.

Negli ultimi due anni, caratterizzati dal Jobs act, si è registrato, spiegano i consulenti del lavoro, l'aumento di 68mila occupati.

CAMPANIA: CONSULENTI LAVORO, TERZA REGIONE PER NUMERO OCCUPATI LAUREATI

Al primo posto per numero di occupati laureati in regione di residenza diversa da quella di iscrizione a corso laurea.

Napoli, 27 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In termini assoluti la Campania è al terzo posto, nella classifica delle regioni italiane, per numero di laureati e per numero di occupati laureati, ma al primo posto per numero di occupati laureati in una regione di residenza diversa da quella di iscrizione al corso di laurea. Se si analizza il luogo di lavoro dei laureati campani, infatti, emerge che il 23% trova lavoro fuori regione di residenza. 

E' quanto emerge dal report 'Le dinamiche del mercato del lavoro in Campania, realizzato dall'osservatorio statistico dei consulenti del lavoro e presentato oggi a Napoli nel corso della prima giornata del 9° congresso nazionale di categoria (fino al 29 aprile presso il Teatro Augusteo). La prima regione di destinazione in termini di attrattività per i laureati campani, vista anche la vicinanza territoriale, è il Lazio (7%), al secondo posto troviamo la Lombardia (6%) e al terzo posto con il 3% troviamo nazioni estere che nel 2015 hanno offerto una occupazione a circa 850 laureati campani.

La rilevazione dell'osservatorio parte dall'analisi demografica per valutare le leve generazionali che si affacceranno sul mercato del lavoro. In particolare la Campania è il bacino nazionale più ricco di futuri lavoratori. L'indice di vecchiaia (rapporto tra anziani e giovanissimi) ottiene non a caso nel 2016 i valori più bassi in Campania. Nel 2016 la provincia con l'indice di vecchia più basso è Napoli (104) seguita da Caserta (105,9), le due province campane distaccano di 15 punti la provincia di Bolzano (119,9) che occupa la terza posizione, mentre quella con l'indice di vecchia più elevata è Trieste (254,4).

La provincia di Salerno occupa la 14esima posizione (141,7) mentre le altre due province di Avellino e Benevento sono rispettivamente al 42esimo e al 57esimo posto, con valori più alti di quello nazionale. Fra le ultime 10 posizioni troviamo, invece, le quattro province liguri. La grande disponibilità di giovani generazioni nella regione Campania, si traduce in parte anche in una alta quota di capitale umano altamente qualificato che può rispondere alle esigenze produttive e di sviluppo innovativo dell'economia italiana.

I dati disponibili sull'inserimento occupazionale dei laureati vengono rilasciati da Istat ogni quattro anni. L'ultima indagine realizzata riguarda i laureati del 2011 osservati a tre anni di distanza dalla data di laurea. Da questi dati la Campania con 32.180 laureati risulta essere il terzo bacino di laureati, a poche migliaia di distanza dal Lazio che occupa il secondo posto (32.326) e grande distanza dalla Sicilia che con 23.871 laureati occupa la quarta posizione. In testa alla classifica troviamo la Lombardia con 43.121 laureati ma con una popolazione complessiva quasi doppia rispetto sia alla Campania che alla regione Lazio.

In conseguenza dell'alto numero di laureati, la regione Campania occupa anche il terzo posto per numero di laureati che hanno trovato lavoro a tre anni dalla laurea (22.008). In termini percentuali, tuttavia, si tratta solo dei 2/3 della popolazione laureata (68,4%), mentre il 78% gli iscritti residenti nella regione Lazio risultano occupati dopo tre anni e l'88% dei lombardi. Le difficoltà di inserimento occupazionale comporta che 7.546 laureati campani hanno trovato lavoro in un'altra regione.

I consulenti del lavoro continueranno ad analizzare le dinamiche occupazionali del Paese anche nel corso della seconda giornata del loro 9° congresso nazionale.

Venerdì 28 aprile, dopo il saluto di apertura del ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti e la lectio magistralis del prof. Giovanni Flick su 'Lavoro e Costituzione', sarà presentata l'indagine 'Crescita e consolidamento nel futuro dei consulenti del lavoro', realizzata dal Censis per conto dell'Enpacl con il patrocinio del consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del Lavoro.

Parteciperanno ai lavori anche i direttori delle due neonate Agenzie del Ministero del Lavoro, Paolo Pennesi (Inl) e Maurizio Del Conte (Anpal).

Sabato 29 aprile, invece, alle ore 11:30, sarà presentato il rapporto nazionale 'Le dinamiche del mercato del lavoro nelle province italiane', realizzato dall'osservatorio statistico dei consulenti del lavoro.


CAMPANIA: CONSULENTI DEL LAVORO, -47% ORE CASSA INTEGRAZIONE AUTORIZZATE DAL 2012 AL 2016

Napoli, 27 apr. (Adnkronos/Labitalia) - Il volume totale di ore di cassa integrazione autorizzate in Campania si riduce del 47% dal 2012 al 2016, passando da 63 a 33 milioni di ore. E' quanto emerge dal rapporto 'Le dinamiche del mercato del lavoro in Campania', realizzato dall'osservatorio statistico dei consulenti del lavoro e presentato oggi a Napoli in occasione dell'apertura del congresso nazionale di categoria al Teatro Augusteo.

L'andamento nel periodo evidenzia una crescita delle ore autorizzate di cassa integrazione fino al 2014 (nel biennio 2013-14 il volume di ore autorizzate supera sempre i 60 milioni). Negli ultimi anni si osserva una forte riduzione: nel 2015 sono 34,4 milioni le ore autorizzate (-50,8% sul 2014) che si contraggono ulteriormente nel 2016 fino a 33,1 milioni (-1,3 milioni di ore, pari -3,6% rispetto al 2015). Nel 2016 la contrazione è dovuta principalmente alla riduzione del ricorso alla cassa ordinaria (- 3 milioni di ore) mentre la cassa integrazione straordinaria, che segnala i fenomeni di crisi più gravi, aumenta sensibilmente (+ 7,6 milioni di ore).

L'aumento del 40,2% delle ore di cassa integrazione straordinaria è determinato dal settore dell'industria meccanica che ha fatto segnare un aumento del 112% passando da 8 a 17 milioni di ore (quasi due terzi del totale di ore). Tutti gli altri settori industriali fanno segnare una diminuzione generalizzata delle ore di cigs ad eccezione del calzaturiero che aumenta del 23% arrivando a circa 500 mila ore (1,9% del totale 2016).

(Adnkronos/Labitalia) - Il comparto del commercio rappresenta l'8,6% del totale delle ore autorizzate e risulta stazionario, facendo segnare un lieve aumento di 1,8 punti percentuali. Il settore edile mostra un aumento significativo (+18,2%) pari a 66 mila ore, sebbene rappresenti solo l'1,6%, del totale delle ore di cigs autorizzate nel 2016. L'osservazione degli andamenti settoriali per provincia ci permette di individuare le aree di maggiore crisi nei singoli territori regionali. A Napoli si registra un aumento generale di 3 milioni di ore di cigs (+27,1%). Il settore industriale replica la fotografia regionale in quanto conferma un aumento delle ore di cigs in generale (+ 27,1%), determinato dal raddoppio delle ore dell'industria meccanica. In provincia di Napoli il settore commercio riduce del 40% le ore autorizzate per la sospensione del personale.

A Caserta, spiegano i consulenti del lavoro si registra un aumento generale di 1,7 milioni di ore di cigs (+54,3%). Le ore di cigs del commercio raggiungono il 16,3% del totale provinciale, aumentando di oltre 2,5 volte il loro volume (da 221 a 801 mila).

Il settore industriale risente non solo dell'aumento delle ore dell'industria meccanica (+87%) ma anche del fortissimo aumento delle ore del settore pelli, cuoio e calzaturiero che passano da 25 mila a 138 mila e del settore tessile, da 37 a 84 mila. Avellino si distingue come provincia più critica dell'intera regione. Il totale delle ore autorizzate nel 2016 arriva a 4,2 milioni con un incremento del 346,6%.

(Adnkronos/Labitalia) - La crisi del settore industriale è generalizzato:

il 77,8% del totale delle ore è dovuto al settore dell'industria meccanica che passa da 500 mila a 3,2 milioni di ore;

il settore delle installazioni di impianti per l'edilizia passa da 10 mila a 193 mila aumentando di quasi 20 volte;

anche l'industria alimentare contribuisce all'emergenza industriale avellinese quadruplicando le ore rispetto al 2015.

Completa il quadro un aumento delle ore del 27% nel settore commercio.

Salerno e Benevento sono le due province in cui il volume di ore di cigs cala rispettivamente del 14% e dell'11,7%. Anche in questo caso a determinare la performance provinciale è il settore industriale. Non mancano tuttavia dei campanelli di allarme. In particolare nel beneventano il settore commercio rappresenta nel 2016 il 15,6% di tutte le ore autorizzate con un incremento da 16 mila a 133 mila.

Analoga criticità si riscontra per il settore edile nella provincia di Salerno che passa da 30 a 100 mila ore.